La Teoria Generale dei Sistemi

Le proprietà Emergenti

La teoria generale dei sistemi proposta da von Bertalanffy, biologo ed epistemologo austriaco considera gli organismi viventi come “sistemi” complessi dotati di caratteristiche specifiche non deducibili dalla semplice somma delle parti costituenti.

Dall’insieme di singoli elementi emergono proprietà non contenute in alcun elemento e non prevedibili.

Questa proprietà degli insiemi, ampiamente dimostrata, prende il nome di emergentismo e dà una sostanziale spallata al riduzionismo tanto cara alla scienza meccanicista.

La teoria dei sistemi

Bertalanffy propone una “teoria generale dei sistemi” che riunifica le proprietà generali e complesse di tutti i sistemi in base alla quale riunificare tutte le scienze.

“Attualmente noi vediamo l’Universo come se fosse una straordinaria gerarchia, dalle particelle elementari ai nuclei atomici, agli atomi, alle molecole, ai composti ad alto livello molecolare, alla ricchezza delle strutture tra le molecole e le cellule, per giungere sino alle cellule, agli organismi e, ancor più in là, alle organizzazioni che trascendono l’individuo.”

A ciascun livello di questa gerarchia si trovano sistemi caratteristici di quel livello e specifici modelli di tali sistemi.

I sistemi possono essere suddivisi in:

  1. Sistemi non complessi o minimamente complessi;
  2. Sistemi di media complessità;
  3. Sistemi complessi (e molto complessi).

I sistemi non complessi

I sistemi non complessi sono le cose «semplici», come le pietre, le nuvole, i fiumi, le galassie e i quark. Queste cose sono gli oggetti di cui si occupano le scienze fisiche.

Il fatto che questi sistemi siano quelli studiati dalla fisica può sembrare strano per chi ritiene che la matematica sia più complessa dello studio della vita, ma il nostro cervello è stato progettato per capire la caccia e la raccolta, l’accoppiamento e il compito di allevare i figli; un mondo di oggetti di media grandezza che si muovono nelle tre dimensioni a velocità moderate.

Abbiamo difficoltà a capire oggetti molto piccoli e molto grandi, cose la cui durata si misura in picosecondi o in giga-anni; particelle che non hanno una posizione; forze e campi che non possiamo vedere o toccare, spazi a 11 dimensioni.

Sempre del primo ordine sono i sistemi minimamente complessi, come i “meccanismi tipo orologio”: orologi, pendoli e macchine convenzionali in genere.

I sistemi del primo ordine possono essere caratterizzati dal fatto che nessun fenomeno emergente è associabile ad essi.

I sistemi di media complessità

I sistemi del secondo tipo, quelli di media complessità, sono i computer.

Nel suo famoso articolo sull’auto-organizzazione, Ross Ashby scriveva a questo proposito:
“Il calcolatore permette di gettare un ponte sull’abisso concettuale che separa il semplice e il comprensibile dal complesso e dall’interessante”.

I computer appartengono al livello dei meccanismi di controllo: dai termostati ai meccanismi omeostatici negli organismi.

Ai sistemi di media complessità, in un’ottica emergentistica, si possono associare fenomeni innocentemente emergenti.

I sistemi complessi

I sistemi complessi, infine, sono gli organismi biologici.

È importante avere ben chiaro in mente l’enorme salto di complessità che separa i primi due ordini dal terzo.

I sistemi biologici, dal punto di vista emergentistico, sono tutti quanti caratterizzati dalla loro associazione con la vita, intesa come fenomeno emergente.

Le cellule viventi sono costituite da un grande numero di componenti e ciascuna componente da componenti più piccole.

A loro volta, le cellule possono formare popolazioni di esseri unicellulari oppure, negli esseri pluricellulari, tessuti.

La scala di organizzazione per i sistemi biologici è: cellule, tessuti, organi, organismi, popolazioni ed infine ecosistemi.

La scala di organizzazione per un sistema nervoso, è: neuroni organizzati in reti e reti organizzate in vari macrosistemi neurali.

il sistema nervoso, a sua volta, occupa un gradino inferiore rispetto a quello occupato dal sistema neuro-endocrino.

Nel caso degli esseri umani troviamo: sistema neuro-endocrino, gli organismi nella loro interezza (più i dispositivi di immagazzinamento simbolico esterno) ed i sistemi sociali (con le loro memorie non biologiche).

La mente non appartiene alla scala di organizzazione degli esseri umani.

L’evoluzione è favorita dall’organizzazione

Si può dimostrare, con alcune semplificazioni, che un sistema con un’architettura stratificata su molti livelli di complessità organizzazionale evolve più rapidamente di un sistema non gerarchico con lo stesso numero di costituenti fondamentali.

Inoltre, il primo sistema non viene danneggiato dalle perturbazioni tanto gravemente quanto il secondo.

Un’importante conseguenza della organizzazione gerarchica è che appena dei componenti o dei sottoinsiemi si combinano per produrre un più grande insieme funzionale, ne emergono nuove proprietà che non erano presenti al livello immediatamente precedente.

Proprietà emergenti

Concordemente, una proprietà emergente ad un livello ecologico non può essere prevista dallo studio delle componenti di quel livello.

Sebbene le conoscenze acquisite su un certo livello possano facilitare lo studio del livello successivo, mai queste riescono a spiegare i fenomeni che vi ricorrono e che devono essere invece studiati per completare il quadro conoscitivo.

Un cervello funzionante produce una mente.

Essa, secondo gli emergentisti, è un fenomeno emergente, associato al cervello in funzione, e come tale va analizzato sul piano delle emergenze.

Per gli emergentisti la vita è un fenomeno emergente, che non è possibile prevedere né studiare analizzando i livelli inferiori.

La salute di un organismo non può essere raggiunta lavorando solamente sui livelli inferiori.

Questo è possibile su automobili o macchine meccaniche, in quanto sistemi del primo ordine dai quali non emergono proprietà nuove.

Questa teoria ha il pregio di non rigettare il riduzionismo a priori, ma di limitarlo ai campi dove realmente ha una sua utilità ed una sua validità dimostrata.

In un’ottica olistica una teoria è in grado di spiegare un determinato campo della realtà, ma non può più essere applicata in altri campi.

Quello che è qui importante comprendere è che gli esseri viventi e gli esseri umani in particolare, sono complessi e non è possibile applicare loro leggi e regole che funzionano a meraviglia con sistemi più semplici.

Per fare ciò è necessario possedere una grande elasticità mentale e lasciare andare il conosciuto.

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