Calendario dei corsi del Viaggio dell’Eroe
La parola archetipo deriva dal greco antico ὰρχέτῦπος col significato di immagine: tipos (“modello”, “marchio”, “esemplare”) e arché (“originale”).
Il termine viene usato in ambito filosofico per indicare la forma preesistente e primitiva di un pensiero (ad esempio l’idea platonica), in psicoanalisi per indicare le idee innate e predeterminate dell’inconscio umano e per derivazione in mitologia, le forme primitive alla base delle espressioni mitico-religiose dell’uomo.
Carl Gustav Jung definì Archetipi gli elementi strutturali dell’inconscio sostenendo che essi corrispondono a elementi strutturali collettivi dell’anima umana, considerandoli veri e propri organi psichici dal cui funzionamento dipende la salute dell’individuo e la cui lesione può dare origine a disturbi e sintomi fisici o mentali.
Anche per Erich Neumann, medico e filosofo allievo di Jung, l’archetipo è una immagine interiore che agisce attivamente sulla psiche umana operando una progressiva evoluzione della personalità esattamente come le strutture biologiche promuovono il metabolismo e lo sviluppo fisico.
Neumann considerava i valori collettivi e filogenetici di importanza straordinaria nello sviluppo dell’individuo e della specie attribuendo grande rilevanza ai fattori transpersonali dello sviluppo psichico.
Per una Scienza dell’Anima: Costellazioni Archetipiche
Ecco quindi che dalla nascita alla morte, dall’infanzia alla vecchiaia, dall’adolescenza alla maturità, ogni aspetto della nostra vita può essere portato alla consapevolezza, esplorato, vissuto e realizzato grazie al supporto dell’Approccio Fenomenologico e della Teoria degli Archetipi.
Questa Teoria si basa sull’assunto che la coscienza di ogni essere umano contenga una pluralità indeterminata di “immagini primordiali” atemporali, collettive e immutabili, chiamate Archetipi che lo collegano alla storia dell’universo, del pianeta e dell’umanità.
Gli Archetipi sono almeno dodici e nella successione dei loro stadi, rappresentano ciascuno precisi passaggi nel processo evolutivo della nostra esistenza: li ritroviamo nei miti, nelle leggende, nelle fiabe, nei sogni, nelle visioni e nelle espressioni religiose e artistiche di tutti i popoli della terra, dalla Grecia antica all’Egitto, dall’India alla Cina e al Giappone, dall’Africa all’Oceania.
Anima o Psiche
Il Grande Padre Creatore, la Grande Madre, Il Bambino Divino, il Drago, il Serpente, l’Orco, la Fanciulla Prigioniera, l’Eroe Salvatore, il Cavaliere Nero e molti altri affollano l’immaginario personale e collettivo e spesso vengono rappresentati come antenati divinizzati del genere umano.
Il concetto che sta alla base della Teoria degli Archetipi e che da il nome al Viaggio dell’Eroe è che la nostra vita può essere considerata in ogni suo aspetto alla stregua di una Impresa Eroica (La Ricerca del Graal, Il Mito di Excalibur) che va affrontata e vissuta con fiducia ed entusiasmo (Innocente), con autonomia e senso pratico (Orfano), con coraggio e determinazione (Guerriero), con amore e cura di sé e degli altri (Angelo Custode).
Occorrono entusiasmo ed empatia (Amante), immaginazione e fantasia (Creatore), lucidità e introspezione (Cercatore), e soprattutto è necessario fare tesoro dell’esperienza, imparando a lasciar andare il passato (Distruttore) liberandosi dai rancori e dai sensi di colpa.
Conscio e Inconscio
E’ importante poi gestire il lavoro, il denaro e le relazioni con giustizia e benevolenza (Sovrano), sapendo cogliere i sottili e invisibili legami tra tutto ciò che esiste (Mago), sviluppando la consapevolezza che la realtà è una illusione (Saggio), senza perdere la capacità di godere pienamente e prendere ogni cosa come un gioco (Folle)…
Gli Archetipi sono i depositari di questi poteri e il loro sviluppo e la qualità della loro energia corrisponde a precise tappe evolutive della nostra personale esistenza, che è poi il nostro Viaggio nella Vita…
Ma noi chi siamo veramente? Quando dico “io”, cosa intendo veramente? Noi non siamo soltanto il nostro nome o il nostro cognome, non siamo il nostro corpo o le nostre emozioni, non siamo neanche quello che facciamo, “impiegato” “medico” “studente” non ci aiutano a definire chi siamo, ma solo quello facciamo come lavoro, il nostro ruolo sociale…
Anche dire “uomo” o “donna” oppure “vecchio” o “bambino” non ci aiuta, serve a definire una identità sessuale o una tappa del processo evolutivo. Ma allora chi sono io? Ma cosa è dunque l’Io?
Genitori e Figli
Quello che chiamiamo “Io” può essere considerato una sorta di “contenitore” della nostra vita, la struttura che media la nostra relazione con il mondo, la maschera sociale, il senso di spazio e tempo, di proprietà, di legge, di ordine razionale e concreto, la percezione dei confini e delle regole di convivenza.
Il periodo che va dalla nascita alla fine della adolescenza ci serve proprio per definire questi concetti, che ci derivano perlopiù dalla famiglia e dalla società, vede la attivazione dei seguenti Archetipi: l’Innocente, da 0 a 7 anni, la cui funzione è sostenere con fiducia e ottimismo, l’Orfano, da 7 a 14 anni, il cui compito è insegnare l’autonomia e il senso pratico, il Guerriero, dai 14 ai 21 anni, che ci dona la forza e il coraggio e infine l’Angelo Custode, dai 21 ai 28 anni, che ci aiuta a sviluppare empatia e comprensione e a diventare un buon genitore.
Ma accade talvolta, soprattutto nei primi anni di vita, quando siamo più fragili, malleabili e ricettivi, che pesanti condizionamenti e aspettative esagerate ed irrealistiche influiscano sulle nostre percezioni alterando la nostra capacità di rappresentarci correttamente all’interno della nostra realtà fisica e psichica.
Costretti a subire delusioni, abbandoni e tradimenti, cediamo poco alla volta alla tentazione di chiuderci nel nostro guscio senza essere pienamente consapevoli che anche il dolore (Sacrificio dell’Innocente) è spesso un passaggio necessario per la nostra evoluzione.
Ecco allora che proprio l’Innocente di fronte al Drago/Problema si spaventa e per difendersi, nega, fugge, piange e si dispera, anche l’Orfano in seguito si chiude, rinuncia, fa la vittima e diventa cinico, il Guerriero poi diventa vendicativo, violento e irascibile, mentre l’Angelo Custode, nel disperato tentativo di tenere insieme i pezzi dell’Io sofferente, imprigiona se stesso e gli altri in una rete di deresponsabilizzanti co-dipendenze.
MITI, SIMBOLI E ARCHETIPI
Attraverso i Miti che narrano la Vita degli Eroi Leggendari ed evocano le Divinità della Natura, viene fornita una descrizione simbolica dei desideri, delle paure, delle tensioni e dei conflitti che determinano il comportamento umano.
Le figure Mitologiche che sono giunte fino a noi non sono però soltanto simboli universali delle forze della Psiche, ma assurgono talvolta al ruolo di Principi Spirituali stabili e determinati, costanti nel tempo quanto la struttura fisica del corpo umano, che chiamiamo Archetipi.
La conoscenza della Fonte Suprema dell’Energia Universale è possibile solo attraverso Riti, Miti e Archetipi, la cui funzione è appunto quella di rendere possibile la comprensione di avvenimenti di per sè inattingibili dalle limitate possibilità della mente razionale.
Il Viaggio dell’Eroe è la metafora della nostra vita, un tempo e uno spazio che ci viene consegnato per realizzarci attingendo all’enorme sorgente di energia che contenuta nella psiche.
King Arthur
Gli Archetipi diventano i nostri Compagni di Viaggio, Parole Magiche di un Alfabeto Vivente che ci permette di comunicare con la Dimensione Trascendente e di cogliere l’esistenza di una Verità Universale che ricorre nelle Fiabe e nelle Leggende di tutti i popoli della terra.
Con l’aiuto dei Rappresentanti, scelti fra i partecipanti al seminario, vengono messi in scena gli Stadi Evolutivi della Coscienza, sotto forma di Archetipi.
Gli Archetipi, come abbiamo già detto, possono essere considerati come entità eterne nella psiche dell’uomo moderno e formano gli elementi costitutivi della sua struttura psichica.
Il Mito dell’Eroe riassume le Tappe di Trasformazione dell’Io, dove la Vita è il Teatro in cui si susseguono le varie fasi del Dramma Eroico, ossia la liberazione dal conosciuto e la conquista di una esistenza indipendente, autonoma, libera.
Gorgone
IL COMBATTIMENTO CON IL DRAGO
Il combattimento dell’Eroe contro il Drago rappresenta l’opposizione dell’Io alla Grande Madre Divoratrice, ossia a quegli aspetti dell’inconscio che cercano di farci ripiombare nell’apatia e nell’indifferenza, impedendoci di rispondere alla chiamata.
Cedere alla nostalgia dell’infanzia, del passato, dei ricordi, rischia di essere una duplice sconfitta, un regresso ad uno stadio psicologico infantile e l’adesione a una condizione esistenziale limitata, dolorosa e insoddisfacente.
L’archetipo dell’Eroe, sia nell’uomo che nella donna, combatte contro gli aspetti divoratori e castranti della Grande Madre e la conquista del Tesoro e’ l’esperienza stessa del Temibile Archetipo Materno che perde il suo aspetto inconoscibile, noumenico e disgregante per arricchire la Coscienza di nuova energia.
Il Piacere dell’Eroe/Eroina di fronte alla Vittoria sul Drago e’ l’aumento di interesse nei confronti della vita, una intensificazione delle capacita’ creative, una maggiore sicurezza e fiducia in se stessi.
La Testa di Medusa
L’Impresa fondamentale dell’Io Eroico è quella di riappropriarsi degli aspetti fecondi e benefici della Grande Madre, non a caso il Fine Ultimo del Combattimento contro il Drago è la Liberazione della Fanciulla prigioniera, ossia l’incontro tra il Maschile e il Femminile, tra Animus e Anima.
Quando l’Eroe affronta la Prova Suprema, il Combattimento con il Drago, si guadagna il Premio del suo Io finalmente Libero.
Nel corso del Combattimento l’Eroe e l’Eroina riescono a liberare la propria Anima dal Potere del Drago, cioè separare l’immagine della Donna/Uomo Amata/o da quella della Madre, prima dispensatrice di Amore, ma anche di Dolore.
Nella Fanciulla Prigioniera il maschile/femminile non appare più come un Drago o un Mostro, ma rivela il suo elemento umano, un partner con cui congiungersi in un rapporto intimo e personale.
Allora finalmente il partner stesso diventa un fido alleato e si contrappone al Drago, come amico/a, come guida, come compagno/a di viaggio.
APPROCCIO SISTEMICO E FENOMENOLOGICO
Grazie all’Approccio Transpersonale e Fenomenologico e grazie alle Costellazioni Archetipiche e Familiari, siamo in grado di rappresentare ogni aspetto della nostra realtà interiore ed esteriore e qualunque sistema che risponda alle leggi fisiche del campo morfico o morfogenetico.
Il Sistema Archetipico dell’Io del soggetto viene messo in scena dai partecipanti del gruppo tra cui vengono scelti dei “rappresentanti” i quali incarnano il ruolo dei vari archetipi, e guidati dal Campo Morfico, portano alla luce informazioni preziose su persone o situazioni anche molto lontane nel tempo.
Il soggetto diventa uno che spettatore assiste alla Sacra Rappresentazione del proprio Inconscio e delle gioie e dei dolori che ivi sono depositati.
Costellazioni Archetipiche
IL TEATRO DELL’ANIMA
Diciamo che voglio capire come mai alcuni aspetti della mia vita sono in crisi, ad esempio il lavoro o la relazione e quindi decido di “mettere in scena” questo aspetto della mia vita, il mio lavoro, la relazione con il mio partner, con i miei figli, e resto a vedere come i vari archetipi si costellano rispetto alle situazioni che voglio indagare
Lasciando agire la manifestazione dei miei livelli di coscienza archetipici e osservandone la rappresentazione scenica posso dialogare con ogni componente del sistema e comprendere a fondo l’origine del disagio.
Riconoscendo, onorando, ringraziando e reintegrando nella coscienza ogni elemento escluso le tensioni e i conflitti svaniscono, arriva la comprensione ed è infine possibile riconciliarci con noi stessi, con gli altri e con la vita in ogni sua manifestazione.
Chiedo ad alcuni partecipanti del gruppo di rappresentare i miei archetipi, ad esempio Innocente, Orfano, Guerriero ed Angelo Custode, che nei primi 28 anni della nostra vita ci aiutano a sviluppare sicurezza e responsabilità, e procedo chiedendo ad altri di impersonare mia moglie o mio marito, i miei figli, e attendo che le informazioni comincino ad affluire dal Campo Cosciente e a manifestarsi attraverso i rappresentanti.
Nel giro di qualche minuto lo spettacolo comincia e posso vedere davanti ai miei occhi, rappresentati attraverso l’Innocente, gli episodi che più mi hanno colpito nella mia infanzia, o attraverso il comportamento del Guerriero posso capire come vivo la mia aggressività, vedo con chiarezza che il mio Angelo Custode vorrebbe prendersi cura del mio partner, dei miei figli, che il mio Innocente vorrebbe giocare con loro, ma il mio Guerriero è troppo rigido e li allontana in malo modo, il mio Orfano è deluso e disincantato e se ne sta solo e in disparte.
E’ fondamentale comprendere che i rappresentanti sono come attori, ma non recitano, non improvvisano, non è uno psicodramma o un “acting”, essi non mi conoscono, non sanno nulla di me o del mio passato, essi si collegano al Campo Cosciente e danno un corpo e una voce ai miei Archetipi, lasciando affluire le informazioni più recondite che emergono dalla mia Anima.
Costellazioni Archetipiche
E così, poco alla volta, lasciando che le varie parti della mia Psiche interagiscano fra di loro, senza alcun intervento diretto da parte mia, semplicemente assistendo e lasciando agire dentro di me la rappresentazione, prendo coscienza dei miei conflitti, li vedo, li ascolto, li comprendo, ho l’opportunità di scegliere, di cambiare.
La costellazione può andare avanti anche per ore, e assistendo al mio dramma interiore ho tutto il tempo di vedere le ferite, le perdite, gli abbandoni e i tradimenti dell’infanzia e della giovinezza e di comprendere che è giunto il tempo di riconciliarmi con tutto ciò che è stato e lasciare andare risentimenti, rimpianti e sensi di colpa.
Mano a mano che procede questo processo di armonizzazione interiore, vedo che anche la costellazione riflette questo nuovo stato di coscienza, il Guerriero diventa più forte, l’Orfano più vitale, finalmente i miei archetipi, liberi dalle ferite del passato, possono abbracciare il mio partner e giocare con i miei figli.
Ovviamente a volte devo anche prendere coscienza che è necessaria una separazione, per quanto dolorosa possa apparire, ma ancora una volta posso constatare che una volta compresa la vera natura del problema, gli archetipi si placano, si rilassano, e tutto il sistema entra in un nuovo stato di rinnovata armonia.
E da questo momento in poi, tutto può cambiare, perchè ora so che solo liberandomi dal passato posso vivere nel presente, solo lasciando andare il conosciuto posso aprirmi al mistero della vita, solo nella comprensione di ciò che è stato posso concedermi la gioia del presente e la speranza del futuro.
Per maggiori informazioni
www.archetipi.org
www.astrologiarchetipica.it
Bibliografia
Joseph Campbell, “L’Eroe dai mille volti”, Libreria Ecumenica, Milano 1958
Carl Gustav Jung, “Gli archetipi dell’Inconscio collettivo”, Bollati Boringhieri, Torino 1973
Erich Neumann “Storia delle origini della coscienza” Astrolabio 1978
Joseph Campbell J.,”Mitologia primitiva”, Mondadori 1990.
Carol Pearson, “Risvegliare l’eroe dentro di noi”, Astrolabio 1990.
Mircea Eliade, “Miti, Sogni e Misteri”, Rusconi 1990.
Joseph Campbell, “Le figure del mito”, R.E.D. 1991.
Elémire Zolla, “Archetipi”, Marsilio, 1994