La Cerimonia di Iniziazione al Reiki

La Cerimonia di Iniziazione Reiki (Reiki Kanjo)

Come abbiamo visto in precedenza la Cerimonia di Iniziazione in Reiki deriva con tutta probabilità dalla scuola buddhista giapponese dello Shingon, con il suo buddhismo esoterico (mikkyo), chiamato così in riferimento non solo agli insegnamenti segreti che possono essere rivelati unicamente a iniziati, ma piuttosto in riferimento alla natura nascosta e profonda cui gli insegnamenti fanno riferimento, ossia la realizzazione interiore della Visione pofonda del Buddha Supremo, Mahavairocana Tathagata (Dainichi Nyorai, Grande Sole)

Questa realizzazione è profonda, misteriosa ed esoterica perché può essere compresa solo in stato di sam?dhi.

Al Buddismo esoterico vennero poi aggiunti e sostituiti riferimenti ai Kami, le divinità della Religione Shintoista.

 

Il Buddhismo Esoterico

Il buddhismo esoterico insegna che la realtà presenta due aspetti, uno relativo, finito, condizionato, (Ki) e uno assoluto, infinito ed incondizionato (Rei).

Dal punto di vista dell’ignorante questi due aspetti sembrano separati e inconciliabili, mentre all’occhio del Buddha (butsugen), all’immobile mozzo della ruota, essi sono due facce di un’unica verità.

Nella visuale parziale tutte le cose vengono viste come transitorie e in continua trasformazione, prive di una natura propria durevole; ma dalla visuale totale, onnicomprensiva un Buddha vede che lo sfuggevole mondo delle impermanenti forme altro non è che il mondo del Buddha dall’adamantina durevolezza (Mahavairocana).

 

Mahavairocana Tathagata, il non-dualismo

È il Buddha che incarna la Conoscenza (jñana, chi) della non dualità del mondo.

Il suo corpo e la sua mente assieme costituiscono il corpo del Dharma (dharmakaya) comprendente tutti i cosmi e inseparabilmente mischiato alle loro entità fenomeniche, sia fisiche che mentali.

Il suo Corpo del Dharma è coincidente con l’universo delle forme: è presente ovunque nello spazio e per sempre presente nel tempo, è contenuto eternamente e interamente in ogni più piccola particella dell’universo;

Ogni granello di polvere contiene tutti i dharma e l’intero Corpo del Dharma del Tathagata.

Anche se imbevuto delle impurità dell’ignoranza e della passione, ogni essere è completamente fuso con il Corpo del Dharma di Mahavairocana e contiene pienamente quel corpo all’interno del proprio corpo e della propria mente: l’essere e il Buddha non sono due.

 

L’Iniziazione di Reiki oggi

Nel procedimento attuale della Cerimonia Reiki l’Iniziando viene fatto entrare nello spazio sacro, viene invitato a sedere su una sedia, oppure a terra, su dei cuscini, a congiungere le mani all’altezza del chakra del cuore, e a chiudere gli occhi.

Nello spazio sacro si trova di solito un altare con una candela accesa, un incenso, dei fiori o delle offerte di frutta, le immagini del Buddha, di Mikao Usui e dei vari Maestri della Tradizione di appartenenza o di coloro a cui si attribuisce una particolare importanza affettiva o energetica.

Grazie all’azione dei Quattro Simboli Sacri e Segreti, opportunamente tracciati e visualizzati e dei relativi mantra pronunciati secondo precisi procedimenti, vengono progressivamente aperti i canali energetici dell’iniziando e l’energia di Reiki comincia a manifestarsi.

I Simboli di Reiki rappresentano energie spirituali, i Kami e i Bodhisattva, e come essi funzionino all’interno della nostra psiche.

Non possiamo in questa sede rivelare l’esatto procedimento della cerimonia di iniziazione poiché anch’esso è considerato sacro e segreto, tuttavia possiamo esplorarne più profondamente il senso confrontandola con gli antichi rituali, fra cui lo Shinto Kanjo e il Reiki Kanjo, rituali strettamente correlati con le iniziazioni Buddhiste esoteriche, nei quali i simboli dei Kami spesso sostituivano quelli Buddhisti.

La cerimonia dell’iniziazione ai giorni nostri ha certamente perduto gran parte dell’apparato mitico e simbolico che viene descritto, tuttavia il Maestro di Reiki che sia stato correttamente istruito nel procedimento dell’iniziazione al Reiki, non mancherà di riconoscerne gli aspetti salienti e ancora attuali.

 

La Restaurazione dell’Imperatore Meiji

Nel Giappone medievale, la trasmissione di tutti gli importanti testi e conoscenze avveniva per mezzo di rituali iniziatici (Kanjo).

In origine il Kanjo era una tipica cerimonia Buddhista esoterica, usata per trasmettere dottrine e pratiche e stabilire il livello dei praticanti.

Dopo il periodo Meiji, i rituali Shinto e Reiki furono abbandonati, perché considerati aberrazioni sincretiche dai Buddhisti “puri” o dall’ortodossia Shinto e non furono più studiati a fondo.

Anche se queste tradizioni rituali avevano un’origine medievale, raggiunsero la loro maggiore diffusione nei primi anni del diciannovesimo secolo.

Identificazione con il Buddha o con il Kami

I riferimenti al Kami in questi testi aggiungevano una base di appartenenza e concretezza alle più alte speculazioni metafisiche Buddhiste.

Il conseguimento della conoscenza segreta trasmessa per mezzo dei rituali iniziatici equivaleva al raggiungimento della salvezza, diventando un Buddha o, nel caso dello Shinto Kanjo, consentendo l’identificazione con il Kami.

 

Samaya, ciò che conduce alla salvezza

Ci sono diverse forme di Kanjo, classificate da vari testi in numerosi modi e livelli.

La tipologia più comune consiste di cinque categorie (goshu sanmaya) letteralmente: “cinque generi di Samaya – attività simboliche che conducono alla salvezza”.

Primo Samaya

Il Primo Samaya era l’adorazione e il fare offerte ad un mandala (come il mandaraku) e non era, propriamente parlando, una forma d’iniziazione.

Secondo Samaya

Il Secondo Samaya era l’iniziazione in cui si stabiliva un rapporto karmico con un aspetto del Buddhismo esoterico.

Terzo Samaya

In questa cerimonia l’iniziato con gli occhi bendati aveva accesso al mandala, gettava un fiore sopra di esso e, secondo la divinità prescelta, il maestro insegnava un mantra e un mudra.

Il Terzo Samaya significava diventare discepolo di un maestro, Jumyo Kanjo, letteralmente “iniziazione in cui una formula è conferita sul discepolo“; in essa, veniva indicato uno specifico oggetto di meditazione e veniva insegnato un mantra, un mudra o una visualizzazione.

Quarto Samaya, la trasmissione del Dharma

Il Quarto Samaya era il più importante; chiamato Denbo Kanjo “rituale d’iniziazione della trasmissione del Dharma”; questo avveniva dopo che il discepolo aveva completato un certo curriculum di studi e pratiche religiose; da lì in poi diventava lui stesso un nuovo maestro.

Quinto Samaya

Esisteva un Quinto Samaya, una “iniziazione segreta” (Himitsu Kanjo) eseguita in particolari occasioni e per certi destinatari.

 

Denbo Kanjo, l’Iniziazione dello Shingon

Purificazione

L’iniziazione vera e propria era preceduta da una fase di purificazione del corpo e della mente, che poteva durare da una settimana a cento giorni.

Il corpo veniva lavato in un bagno di acqua benedetta profumata e rivestito di un indumento bianco.

La mente era purificata dalla consegna dei precetti Samaya, dal rifugiarsi nelle tre gemme (il Buddha, la sua dottrina e la comunità monastica) e dal giurare fedeltà a diversi precetti etici Buddhisti.

 

Lo Spazio Sacro, il Rei e il Ki

Il luogo dove la cerimonia d’iniziazione doveva avvenire era diviso in un’area esterna e una interna.

Nella parte interna vi erano due altari sui quali erano posti il mandala Vajradhatu (rappresentante il Mondo di Diamante, ossia l’aspetto eterno e immutabile dell’Illuminazione del Buddha) e il mandala Garbhadhatu (rappresentante il Mondo Uterino, ossia la manifestazione fisica dell’Illuminazione del Buddha); vi era anche un altro altare chiamato “ l’altare del vero risveglio” dove il Kanjo vero e proprio veniva officiato.

 

I Buddha e i Bodhisattva

Sulle pareti est ed ovest dell’area interna vi erano i ritratti degli otto patriarchi umani Shingon: Nagarjuna, Nagabodhi, Vajrabodhi, Amoghavajra (Bukong), Subhakarasimha (Shanwuwei), Yxing, Huiguo e Kukai.

L’iniziato entrava nell’area interna a volto coperto, raggiungeva uno degli altari con il mandala e gettava un fiore su di esso per stabilire a quale divinità sarebbe stato karmicamente collegato.

Quindi gli veniva tolto il panno che gli copriva il viso con un gesto che voleva significare la definitiva separazione dal mondo illusorio della realtà di ogni giorno e l’apertura dell’occhio della saggezza al regno puro del mandala.

 

Il Mandala di Mahavairocana

Il Corpo del Dharma di Mahavairocana, onnipresente nello spazio e simultaneo col tempo dell’intero universo, è un mandala

La parola sanscrita mandala significa cerchio, forma di completezza e perfezione, che perciò indica la completezza o il perfetto raggiungimento della Buddhità.

Il Corpo del Dharma del Buddha è un mandala o cerchio che racchiude il mondo delle forme, è una totalità onnicomprensiva (rin’engusoku) che circoscrive e include tutte le forme dell’universo.

 

L’Altare del Vero Risveglio

L’iniziato veniva condotto all’altare del vero risveglio dove aveva luogo l’iniziazione vera e propria.

Sedeva su di una stuoia che rappresentava un fiore dagli otto petali, nella stessa posizione del Buddha Mahavairocana nel mandala e riceveva l’iniziazione dal Maestro.

L’iniziato era quindi trasformato nell’adamantino corpo-mente del Buddha Mahavairocana.

L’iniziato rendeva omaggio alle immagini dei patriarchi e li informava dell’avvenuta iniziazione.

Infine, il Maestro salutava l’ex discepolo chiamandolo nuovo Maestro e gli faceva ombra con un parasole a significare rispetto ed uguaglianza.

Così terminava il rito.

 

Il grande manuale del Reiki

ORIGINI, FILOSOFIA, TECNICA, APPLICAZIONI

U. Carmignani, A. Magnoni, S. Oggioni

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