Con il termine Induismo si indica un complesso sistema filosofico e religioso, che ebbe origine in India con il Vedismo ed in seguito si sviluppò con il Brahmanesimo.
In realtà, la filosofia indiana ha un inizio antecedente alla storia scritta: i primi frammenti di speculazione risalgono al periodo Vedico che va dal 4000 a.C. al 700 a.C. il cui frutto filosofico è contenuto nella raccolta delle Upanishad.
I periodi
Il Periodo Vedico
È caratterizzato dalla pratica dei sacrifici e dal culto di un numero molto elevato di divinità, tra cui il potente Indra e il dio del fuoco Agni, e la fase post-vedica o brahmanica (ca. 900 – 400 a.C.), in cui sia il sacrificio, sia molte delle divinità Vediche perdono importanza, e compare il dio creatore Prajapati (identificato con il Brahman, l’assoluto).
La parola hindu fu introdotta con l’arrivo dei musulmani (nel secolo VIII), mentre coloro che appartengono a questa religione preferiscono il termine Dharma, che significa legge, sostegno, norma, giustizia, dovere, e si riferisce all’ordine eterno delle cose.
Il Periodo Epico
Si situa tra il 1000 a.C. e il 200 d.C.
Il Mahabharata e il Ramayana sono le più importanti raccolte di materiali letterari di questo periodo, la parte più autorevole del Mahabharata è la Bhagavad Gita ossia “Il Canto del Beato”.
La Gita spiega la natura dell’uomo e dell’universo e come dalla riconciliazione di materia (Prakriti) e spirito (Purusha) derivino i mezzi per il raggiungimento della felicità suprema (Nirvana).
Il Periodo Sutra
Durò dal 400 a.C. al 500 d.C.: furono poste le fondamenta di parecchie spiegazioni di tipo sistematico e filosofico sull’uomo e sul suo il mondo.
Il Periodo dei Grandi Commentari
Iniziò dal 600 d.C. e continuò fino al 1700 d.C.
Dotti e veggenti studiarono ed esaminarono i Sutra delle varie scuole e scrissero commentari su di essi.
Il periodo della Rinascenza
Che è ancora in atto, ebbe inizio intorno al 1800 dopo Cristo.
In questo periodo, in seguito alle influenze esterne, specialmente a causa del contatto con l’Occidente, i filosofi indiani iniziarono un riesame della loro tradizione filosofica.
La revisione è stato portata avanti in modo molto approfondito fino ai giorni nostri tra gli altri da RadhaKrishnan e da Aurobindo.
Gli Induisti sono circa 650.000.000 e costituiscono la terza comunità religiosa del mondo, dopo Cristiani ed Islamici.
La Sillaba Aum che scaturì dall’Uovo Cosmico al momento della nascita dell’Universo
rappresenta l’onda sonora che generò il mondo e che ancora lo pervade
Il fondamento dell’universo nella concezione Induista è una interazione tra essere e divenire, tra attività e passività, tra mutamento e quiete.
La materia primordiale è composta di energia e si compone di tre elementi: Tamas, il principio inerte, Rajas, il principio attivo e Sattva, il principio luminoso, collegati alle emozioni di apatia, sofferenza e pace.
Dalla loro interazione hanno origine i cinque elementi (etere, aria, fuoco, acqua, terra) e l’Uovo Cosmico del Brahman.
Quando la coscienza riconoscerà che i fenomeni fisici altro non sono che la manifestazione della materia o energia primordiale (Prakriti), estranei quindi allo spirito assoluto (Brahman, Purusha), solo allora sarà in grado di liberarsi dall’illusione della realtà e dal ciclo delle rinascite (Samsara).
Questo è lo scopo ultimo dell’Induismo e della maggior parte delle religioni e filosofie orientali.
In questa visione della realtà c’è chiaramente una sostanziale identità tra materia ed energia, come scopriremo in Occidente 3.500 anni dopo.
L’uomo che si lascia dominare da Tamas è in uno stato di torpore, in balia degli eventi: la fortuna lo esalta, la privazione lo getta nella sofferenza, vive nella molteplicità ignorando l’unità.
L’uomo dominato da Rajas è attivo e pieno di forza, ma le sue energie sono ancora al servizio dell’ego.
Rajas e Tamas costituiscono il mondo illusorio delle apparenze.
L’uomo che sa guardare oltre il velo di Maya, l’illusione, è colui che percorre la via verso la verità, lasciando dietro di sé avidità e odio, invidia e pigrizia, egoismi e attaccamenti.
Quest’uomo ha riconosciuto il Sattva.
Nelle Upanishad, composte tra il 700 e il 300 a.C., per la prima volta nella storia dell’Umanità vengono poste, affrontate e formulate le grandi domande universali: “Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo? Cosa ne è dell’uomo dopo la morte? Può l’essere umano trascendere i limiti della sua condizione di limitazione e sofferenza?”
La risposta a queste domande è nel superamento della dualità e della molteplicità e nel riconoscimento che il principio fondamentale dell’universo (Brahman) e il Sé individuale (Atman) costituiscono una sola entità.
Brahman è una sorta di principio cosmico eterno, infinito ed inconoscibile, fondamento di ogni cosa, principio e fine.
Esiste dietro la molteplicità delle apparenze, oltre lo spazio e oltre il tempo.
Il mondo delle apparenze riceve da Brahman la sua forma visibile, mentre egli resta immutabile, al di là del bene e del male.
L’Atman (che in sanscrito significa “Anima”, “Respiro”, “Alito”) è l’essenza più profonda dell’uomo, l’espressione dell’individualità, portatrice della coscienza e delle forze vitali fisiche.
Secondo le Upanishad, l’Atman è la percezione del divino che si cela nelle intime profondità dell’essere, un riflesso del Brahman.
Il Brahman è dunque il Principio Cosmico e l’Atman è il riflesso psichico e fisico e colui che riesce a vedere come l’Atman possa identificarsi con il Brahman raggiunge la Moksa, la liberazione.
Reiki e Induismo
In molte forme di Reiki è ormai prassi abituale introdurre la Teoria dei Chakras, di origine Vedica.
Inoltre, la Cerimonia di Attivazione in Reiki contribuisce a liberare il canale dei Chakras (Shushumna), che mette in relazione i differenti livelli di coscienza e i canali attraverso cui fluiscono le energie di Materializzazione e Spiritualizzazione (Ida e Pingala).
Durante il trattamento di Reiki, le mani trasmettono energia in corrispondenza dei centri energetici, i Chakras, le onde cerebrali si sintonizzano sulla frequenza Alfa o Delta, come nella meditazione, come nella immobilità delle Asana yogiche, per raggiungere la pace interiore, uno stato fragile e impermanente di armonia ed equilibrio.
È ben evidente, per chi pratica discipline orientali, come il concetto di Rei (Spirito) e Ki (Essenza Individuale) sia assimilabile a quello di Brahman e Atman, come l’unione di Rei e Ki (ReiKi) generi un flusso di energia che conduce alla guarigione, alla consapevolezza, alla liberazione, alla Moksa.
Il sole è Brahman.
Questo è l’insegnamento.
E questa è la sua spiegazione.
All’inizio questo mondo era soltanto il Non Essere.
Da ciò nacque l’Essere e si sviluppò.
Divenne un uovo, che giacque per un anno.
Poi si spaccò in due.
Una metà divenne argento, l’altra oro.
La metà d’argento è la terra, quella d’oro è il cielo.
La membrana esterna dell’uovo sono le montagne, la membrana interna le nubi e la nebbia.
Le sue vene sono i fiumi.
Il liquido interno è l’oceano.
Da ciò nacque il sole.
Quando nacque furono grida di gioia e tutti gli esseri e tutti i desideri si protesero verso di esso.
Perciò quando il sole sorge, ogni volta che ritorna, vi sono grida di gioia e tutti gli esseri e tutti i desideri si protendono verso di esso.
Chi, sapendo questo, venera nel sole Brahman può sperare che grida di gioia si levino verso di lui e lo rallegrino, sì, lo rallegrino!– Upanishad