Purificazione Ayurvedica d'Autunno
Ayurveda e alimentazione
L’Ayurveda è probabilmente la scienza più antica di cui abbiamo testimonianza. Devota al benessere olistico dell’essere umano, si basa su più pilastri: uno dei più importanti è sicuramente l’alimentazione, ovvero la sapiente arte di curarsi associando correttamente i cibi più indicati per la specifica costituzione individuale.
L'Ayurveda ci insegna che la nostra salute intestinale è il fulcro della nostra salute generale ed è importante imparare a mantenere Agni, il Fuoco Digestivo, forte ed attivo.
Agni è composto da acido, bile ed enzimi, e in generale tutte quelle componenti che aiutano a trasformare il cibo in energia utilizzabile. Un buon mantenimento di Agni si traduce in una migliore digestione, una corretta eliminazione e una funzione immunitaria efficiente.
LE REGOLE D’ORO PER MANTENERE SANO IL NOSTRO AGNI
• Mangiare ad orari regolari
• Combinare i cibi portando attenzione ai Dosha che si vuole equilibrare
• Nutrirsi in accordo con i bisogni del corpo nella stagione presente
• Evitare l'acqua fredda (che può indebolire il fuoco digestivo)
• Evitare gli eccessi di cibo
• Evitare di mangiare troppo tardi la sera

Dosha, Rasa, Dhatu e Srota: come mantenere il nostro organismo in armonia
In ogni essere umano troviamo presenti i cinque elementi (terra, acqua, fuoco, aria ed etere) secondo una combinazione unica, dei tre Dosha (Energie Corporee): Vata (etere e aria), Pitta (fuoco e acqua) e Kapha (acqua e terra). Questi stessi elementi sono presenti nei cibi, in una stretta correlazione con i sei gusti dell’Ayurveda.
Ogni gusto (Rasa) è infatti composto anch’esso da due elementi.
- Il dolce è composto da terra e acqua come il Dosha Kapha.
- L’acido è fatto di terra e fuoco.
- Acqua e fuoco si combinano a dar vita al gusto salato e al Dosha Pitta.
- Fuoco e aria creano invece il gusto pungente.
- Per formare il gusto amaro, così come il Dosha Vata, sono etere e aria ad unire le forze.
- Lo stadio finale della digestione è dominato infine dal gusto astringente, che è una combinazione di terra e aria.

Secondo l’Ayurveda il corpo è inoltre costituito da sette tipi di tessuti chiamati Dhatu e da canali vitali detti Srota, se uno di questi viene bloccato l'energia si può accumulare, creando degli squilibri.
Se durante l'anno abbiamo usato cibi (come zuccheri, alcool, bevande nervine o grassi saturi) che possono portare squilibri all'interno del corpo, diventa utile prendersi un tempo per dare la possibilità all’organismo di riportare l’equilibrio al suo interno.
Fondamentali, a questo proposito, i periodi di purificazione, che sostengono l’organismo nell’eliminazione delle tossine (Ama) accumulate a seguito di periodi di stress o dieta non bilanciata.
Durante queste purificazioni può essere di grande aiuto assumere cibi tridoshici, che includono tutti i sei sapori, in modo da ricordare all’organismo la giusta armonia a cui tornare.

La purificazione di tre giorni a base di Kitchari
Alla Città della Luce abbiamo sperimentato ed ora proponiamo una purificazione ayurvedica della durata di tre giorni, che consiste in una dieta semplificata a base di Kitchari (piatto tradizionale composto da riso basmati, fagioli mung e spezie depurative) associata all’assunzione di tisane, a momenti di meditazione e workshop dedicati alla cura del sé, a pratiche yogiche rilassanti alla possibilità di ricevere trattamenti ayurvedici a supporto del processo di purificazione.
Gli effetti benefici di questa purificazione sono molteplici:
- Riportare un senso di calma nel nostro sistema nervoso
- Favorire chiarezza e radicamento nella sfera emotiva, mentale e spirituale
- Nutrire la vitalità e l’entusiasmo verso la vita
- Facilitare il mantenimento del proprio peso ideale
- Ripristinare e mantenere un corretto ciclo sonno-veglia
- Promuovere una corretta evacuazione intestinale
- Preparare i tessuti a un profondo nutrimento e rigenerazione
Il nostro corpo ci ama profondamente: dal momento in cui veniamo al mondo, in ogni istante, agisce per sostenere la nostra anima verso la crescita e il servizio a cui è stata chiamata in questa vita. Ci manda segnali per comprendere cosa possiamo cambiare e ci aiuta a guarire attraverso il fisico quello che il cuore vive, permettendoci di apprenderne il significato profondo. Il modo migliore che abbiamo per ringraziarlo è amarlo a nostra volta.
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I cibi devono essere assunti in quantità appropriate, né in eccesso, né in difetto.
I cibi devono essere assunti con lo stomaco vuoto, dopo che l'ultimo pasto è stato digerito del tutto, non prima.
I cibi hanno bisogno di essere consumati in ambienti piacevoli e con l'attrezzatura adeguata.
Non si dovrebbe mangiare in fretta.
Mangiare non deve essere un orribile protrarsi degli affari.”
Charaka Samhita, p XXXV.
Articolo a cura di Padme Chiara Stancanelli, Rati Elisa Cherri, Radha Simona Giuffrida e Darshan Attilio Mercandelli